I Trabucchi sono tra i simboli che caratterizzano la città di Termoli. Per osservarli in tutta la loro bellezza si può percorrere la Passeggiata dei trabucchi che dai piedi del Castello Svevo si snoda lungo tutta la cinta muraria del Borgo Antico fino ad arrivare al Porto.
I Trabucchi, chiamati trabucche in termolese, sono antiche e affascinanti macchine da pesca risalenti al XIX secolo. Era il 1850 quando Felice Marinucci, pescatore termolese, vide per la prima volta un trabucco mentre con la sua barca a vela si dirigeva verso Ancona. Secondo il racconto, nel corso del viaggio, fu attratto da questo strano strumento, formato da una fitta palizzata conficcata tra gli scogli, sulla quale era appoggiata una solida piattaforma fatta di assi di legno. Completavano la costruzione un argano, una piccola cabina e due massicce antenne che si allungavano sull’acqua per molti metri. Ad esse era legata una rete di forma rettangolare che, a intervalli più o meno regolari, veniva immersa in acqua e subito dopo ritirata. Felice Marinucci ne rimase subito affascinato e, dopo avere assunto sufficienti informazioni sulla sua efficacia, al ritorno da quel viaggio, decise di costruirne uno anche a Termoli, esattamente a Marina di San Pietro, resistito fino ad oggi. Nacque così il primo trabucco di Termoli, al quale, nel 1950, un secolo dopo, ne seguirono circa una decina. A Termoli i trabucchi sono situati a ridosso del Borgo Antico ed erano particolarmente importanti per un borgo di mare come il nostro, perché garantivano il pescato anche in caso di cattive condizioni climatiche. La scelta dei luoghi di impianto dipendeva dal percorso del pesce, in particolare dalla sua fase di allontanamento dalla costa, alla quale si era avvicinato per via delle correnti. Per cui, i Trabucchi venivano collocati lungo le direzioni d’uscita che andavano dall’insenatura verso il largo, cioè guardando il mare.
Negli anni più recenti, gli storici Trabucchi termolesi sono stati più volte ridisposti a causa del maltempo. Oggi come allora, i Trabucchi sono privati e appartengono a cittadini termolesi, è possibile visitarli su richiesta.